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Inconscio e responsabilità. Filosofia nei luoghi del silenzio [Venezia]
Settembre 1, 2021 - Settembre 5, 2021
Freud, a cui dobbiamo l’idea di inconscio, paragonò la psiche a un iceberg: un decimo è visibile, gli altri nove sono sommersi. Ma proprio urtando quelli affondano le navi. Quindi devono interessarci. Non possiamo rendere cosciente tutto l’inconscio, ma possiamo raggiungere più consapevolezza. È un compito morale, non solo clinico. Svolgeremo il tema seguendo due percorsi: individuale e collettivo. Eva Pattis illustrerà come la psiche sia auto-regolata. I sogni e la immaginazione attiva “propongono” quello che è stato trascurato e accumulato nell’inconscio. Si possono anche localizzare le parti del corpo che trattengono immagini inconsce, ricordi, emozioni represse. Le percezioni corporee aiutano ad espandere e trasformare le modalità abituali della coscienza. Luigi Zoja percorrerà la storia d’Italia alla ricerca di un “inconscio collettivo”. Di cultura italiana si può parlare dal Primo Canto della Divina Commedia: Dante definisce l’Italia umile, per la prima volta e per sempre. Con Umanesimo e Rinascimento il paese fu al vertice del mondo. Da allora ad oggi, l’Italia è stata sia tutto sia niente. Se diventava arrogante, sprofondava; da umile tornava al primato. Un esempio: per la critica, il neorealismo – cinema degli umili – del dopoguerra fu il migliore del mondo.
Con la Dott.ssa E. PATTIS ZOJA – e il Prof. L. ZOJA